Prima di avventurarmi nel cuore dell’argomento, desidero fare una premessa: Questo articolo tratterà di alcune informazioni non purtroppo note a tutti in quanto nel corso del tempo si è andata delineando una visione diversa da quella che in realtà andava a rappresentare tale festività e tutto ciò che ne concerne.
Ovviamente sta al lettore decidere se crederci o no, ma ho ritenuto giusto, per mia etica personale, condividere con voi questa mia verità.
Inizialmente è da differenziare la festa di Yule con quella di Imbolc perché il significato di base sta proprio in una traduzione sbagliata di tali tradizioni.
Lo Yule non è il cuore dell’Inverno, bensì rappresenta l’inizio dell’inverno, preannunciano l’arrivo del freddo che porta con sé il periodo di riposo della natura. Imbolc invece è il cuore dell’Inverno (pensiamo infatti che cade sempre intorno ai giorni della Merla, ovvero il periodo
più freddo dell’anno) che porta con sé dei cambiamenti.
Questa festa è sempre stata vista come l’inizio di un periodo di mutamento e di rinascita. È la festa della massima espressione di ciò che l’inverno ha da offrire, perché anche questa stagione, nonostante possa apparire nudo e crudo, in realtà è utile al ciclo della vita.
Purtroppo, come ho già precedentemente sottolineato, con il tempo si è creata una confusione di fondo, collegando tale festività alla celebrazione della luce, che porta con sé la primavera e quindi ad un risveglio della natura nel grembo della Madre Terra.
Parole chiave quindi sarebbero: fertilità, luce e rinascita.
Tale associazione ha portato il festeggiamento di tale festività con delle candele, per simboleggiare la luce che Imbolc porta con sé.
Molti hanno associato tale festa alla Candelora, ricorrenza di origine cristiana collegata sempre alla luce. Ma come ben sapete, il Cristianesimo ha fatto passare molte festività pagane come loro, modificando il significato reale sia della festa ritualistica, sia di determinate figure.
Lo affermo per potermi collegare alla famosissima figura di Brigit, famosissima monaca “cristiana”, diventata poi Santa Bridget, o Santa Brigida d’Irlanda.
La Dea Brigit non è la monaca divenuta poi Santa. Molti uniscono tali figure in una, ma questo è un mito da sfatare.
Brigit, nasce schiava, figlia di una schiava e del capoclan dei Conchobair, il giorno di Imbolc nel 5 secolo D.C in Irlanda,
Poiché schiava di nascita, la madre decise di farla battezzare poiché i cristiani condannavano la schiavitù e sperava che così facendo, un giorno, sua figlia potesse essere libera. Nonostante l’influenza che il druidismo aveva nella sua famiglia, Brigit fu battezzata dal vescovo Patrick, (colui che poi diventò San Patrizio) con il nome della Dea del Sacro Fuoco di Imbolc, Da lì fu Brigit, figlia di Bhríde (antico nome gaelico della Dea Brigit) dal Triplice volto.
Da ciò capirete quindi che San Patrizio e Santa Brigida, i santi patroni d’ Irlanda, in realtà si conobbero, a differenza di come si pensa, Non solo si incontrarono ma fu proprio lui a battezzare la monaca più famosa d’Irlanda.
Brigit nonostante fosse battezzata, passò una parte della sua vita ad essere in stretto rapporto con i druidi, in quanto lei e la madre lavoravano per loro.
Questo le permise non solo di imparare il latino e le cose che il vescovo Patrick le insegnava, ma anche di istruirsi nella biblioteca del rath delle pratiche e delle regole dei druidi.
Fu istruita affinché non dimenticasse le sue origini e quindi ebbe una ottima preparazione druidica, mentre allo stesso tempo veniva insegnato lei tradizioni cristiane e le sue leggi.
Ma, al giungere all’età del matrimonio, poiché ella sapeva che il suo destino non era diventare sposa, decise di sfigurarsi il viso per rovinare quella bellezza che l’avrebbe permessa di poter essere venduta come moglie. Il padre così si convinse, dandole la libertà. Lasciò quindi quel mondo e si diresse verso Monnena, una donna saggia che aveva fondato un luogo di pace e sorellanza radunando nove sorelle spirituali. In quel monastero Brigit studiò e prese la decisione di fondare una sua Casa delle Fanciulle. In 7 la seguirono, decise di essere libere e indipendenti. Presero quindi tutte i voti, ma durante la celebrazione, il prete invece di dire “Io consacro Brigit a Cristo per volontà del vescovo” egli lesse “Io ti consacro Brigit Vescovo per volontà di Cristo”. Ma l’errore fu compreso tardi, e il verbo fu già pronunciato. Brigit da allora in avanti sarebbe stata chiamata “Colei che è stata scelta”.
Si dice anche che la fiamma della candela passata sul capo velato per la benedizione, giunta a lei, avrebbe scintillato e zampillato, creando attorno a lei una cascata di luce.
Da lì tutto fu in salita, altre sorelle si unirono, a soli 26 anni era badessa e riuscì ad aprire tre monasteri, luoghi di preghiera e di accoglienza per i poveri, i malati, i vagabondi e i viaggiatori. Nessuno era escluso.
L’ultimo monastero fu creato vicino la Quercia accanto al Droim Criadh, dove vi era un santuario dedicato alla Dea Bhride. Chiamò questo terzo monastero “La Capanna della Quercia”, Cill Dara, e lei fu denominata la Sacra Fanciulla dei miracoli. Nonostante la loro cristianità erano donne, sacerdotesse del Fuoco, figlie della Dea Madre. Brigit in realtà era a tutti gli effetti una druida. Lei era capace di vedere e prevedere. Molti la definirebbero come sciamana.
Fu proprio accanto a quel monastero, nel periodo di mietitura, che un giorno intravide delle spighe che degli zoccoli di qualche mucca aveva calpestato.
Quattro spighe che formavano un simbolo particolare: una croce perfetta per le sue preghiere poiché univa sia il simbolo cristiano sia quello del culto antico dei druidi: la ruota che unisce le quattro direzioni con le loro medicine.
Lei lo prese come un chiaro messaggio mandato dalla Dea. Provò quindi a ricrearlo con le sue mani, ci riuscì, e lo fece diventare il simbolo della sua congrega: la croce di Brigit, che tutt’ora viene ancora intrecciata il giorno di Imbolc e posta sugli altari di coloro che seguono il suo percorso.
COME POTER FESTEGGIARE IMBOLC: CONSIGLI.
Un consiglio per festeggiare Imbolc sarebbe per esempio una meditazione per collegarsi al divino e/o cercare di comprendere il messaggio che voleva inviarci la nostra sorella Brigit.
Molte cercano di ricreare la croce donataci da lei e la ripongono sull’ altare, insieme a candele e offerte per la Grande Madre. Ma non è necessario se non si ha tempo o possibilità.
Fate anche un solo pensiero positivo, respirate e sperate nel cambiamento, siate artecifi del cambiamento stesso, siate fiduciosi/e e attivatevi per una rinascita propria e altrui, collegatevi allo Spirito del Fuoco e ringraziatelo.
Non servono grandi cose, o cose materiali, per collegarci a ciò che Imbolc, la Dea Bhride, sua figlia Brigit e la Grande Madre vogliono insegnarci. Basta guardarsi dentro e essere partecipi del Tutto.
Buon Imbolc a tutti!
-Sèfiral.