"A quel punto, sulla tavola appena sparecchiata, colui che pareva essere il castellano posò un mazzo di carte da gioco. Erano tarocchi più grandi di quelli con cui si gioca in partita o con cui le zingare predicono l'avvenire, e vi si potevano riconoscere a un dipresso le medesime figure, dipinte con gli smalti delle più preziose miniature. Re regine cavalieri e fanti erano giovani vestiti con sfarzo come per una festa principesca; i ventidue Arcani Maggiori parevano arazzi d'un teatro di corte; e coppe denari spade bastoni splendevano come imprese araldiche ornate da cartigli e fregi. Prendemmo a spargere le carte sul tavolo, scoperte, come per imparare a riconoscerle, e dare loro il giusto valore nei giochi, o il vero significato nella lettura del destino. "
-Italo Calvino- Il castello dei destini incrociati
I tarocchi sono degli elementi tra i più affascinanti e per taluni aspetti, tra i più enigmatici, caratteristici della nostra storia.
Sono molteplici le ipotesi su come i tarocchi siano nati, si siano diffusi ed infine siano approdati in Europa.
Innanzitutto definiamo il termine Tarocco. Poiché molti gruppi etnici e religiosi ne hanno rivendicato la paternità, possiamo notare come il termine Tarot sarebbe egizia (tar: sentiero; ro, rog: regio), indo-tartara (tan-tara: zodiaco), ebraica (tora: legge) , latina (rota: ruota; orat: parla) , sanscrita ( tat: il tutto; tar-o: stella fissa) e cinese (tao: principio indefinibile).
L’origine dei tarocchi non è infatti certa ed esistono in merito diverse teorie.
Ciò che la storia afferma con sicurezza è che i primi documenti che si riferiscono ai Tarocchi risalgono al tardo Medioevo, quando i potenti iniziarono ad interessarsi a questo gioco ed incominciarono ad essere emesse le prime proibizioni al popolo dei giochi d’azzardo con le carte. Durante tutto il Rinascimento nacque il gioco dei Tarocchi: una delle più straordinarie realizzazioni dell’Umanesimo italiano. Esso riuniva i più augusti rappresentanti del pantheon greco affiancati dalle virtù cristiane, da immagini allegoriche di condizioni umane e dai simboli dei più importanti oggetti celesti.
I tarocchi erano un grande gioco di memoria che racchiudeva le meraviglie del mondo visibile e invisibile e forniva ai giocatori istruzioni di ordine tanto fisico, quanto morale e mistico. Infatti, la serie delle virtù (Forza, Prudenza, Giustizia e Temperanza) ricordava loro importanti precetti etici; la serie delle condizioni umane (Imperatore, Imperatrice, Papa, Matto e Giocoliere) rammentava la gerarchia alla quale era soggetto l’uomo; quella dei pianeti (Stelle, Luna, Sole) alludeva invece alle forze celesti che assoggettavano gli uomini, sopra le quali era concepito l’Universo retto da Dio.
Solo sul finire del Settecento venne riscoperto il contenuto filosofico dei tarocchi ma, partendo da premesse totalmente esoteriche, i nuovi interpreti diedero origine ad una nuova utilizzazione del gioco di tipo magico e divinatorio.
Negli anni a cavallo tra la fine dell'Ottocento ed i primi del Novecento le dottrine esoteriche sui tarocchi furono fissate definitivamente dagli occultisti francesi Papus (pseudonimo di Gérard Encausse) e Oswald Wirth in una serie di celebri opere ancora in auge
In un celebre articolo pubblicato nel 1781 dall’archeologo-massone A. Court de Gébelin è contenuta la frase:
“Il libro di Toth esiste, e le sue pagine sono le figure dei tarocchi” e "Se affermassi che è giunta fino ai nostri giorni un'opera degli antichi egizi che racchiude i fondamenti di una dottrina magica e religiosa, che nessuno ha studiato fino a questo momento, senza dubbio stimolerei la curiosità di molte persone. E la sorpresa sarebbe ancora maggiore se dicessi che questa magnifica opera è considerata semplicemente uno strano mazzo di carte. Molte persone penserebbero che si tratta di uno scherzo, oppure mi chiamerebbero ciarlatano; eppure quello che affermo è vero. E dirò di più: nessuno, finora, aveva pensato di studiare quest'opera perché nessuno, prima di me, ne aveva intuito l'origine. Sto parlando del Libro di Thot, ossia delle popolarissime carte dei Tarocchi."
Infatti i tarocchi potrebbero essere di derivazione dei geroglifici del Libro di Thoth e rappresentano quindi una sintesi della conoscenza e religione Egizia. I tarocchi sono quindi un alfabeto geroglifico e numerale, riservato in origine ai sommi sacerdoti, che esprime il sapere universale originario.
Pochi anni dopo, un altro massone, Etteilla, avviò un grande progetto di restaurazione delle figure, sostenendo di conoscere la struttura del gioco in uso presso gli antichi egiziani giungendo ad affermare che i tarocchi furono inventati nell'anno 2170 a.C. Secondo lui, i primi tarocchi contenevano il mistero dell’origine dell’Universo, i segreti della medicina universale, le formule di certe operazioni magiche e il segreto dell’evoluzione fisica e spirituale degli uomini e che esse potevano essere usate per conoscere il futuro.
Eliphas Lévi, il famoso occultista vissuto nel XIX secolo, attraverso il suo scritto “Dogme et Rituel de La Haunte Magie”, afferma che i Tarocchi non sarebbero nati nell'antico Egitto ma in Palestina, all'epoca dell'ultima rivolta degli ebrei contro i romani. Le carte infatti, secondo la sua ipotesi, riproducevano i theraphim, cioè i simboli ideografici o geroglifici con l’aiuto dei quali i grandi sacerdoti di Gerusalemme interrogavano gli oracoli. A favore di questa tesi potrebbe essere riscontrata nel numero degli Arcani Maggiori, che sono 22, come le lettere dell’alfabeto ebraico. Il fatto che il numero degli Atouts fosse 22, come le lettere dell'alfabeto ebraico, suggerì a Lévi la possibilità di spiegare il significato dei singoli Arcani con l'aiuto della Cabala.
Inoltre i tarocchi presentano diverse analogie con lo I Ching, libro custode dell’antica saggezza cinese e risalente a più di 3000 anni fa. L’estrazione casuale dei 64 esagrammi dello I Ching è uno strumento tradizionale di divinazione. Il fatto che siano invenzioni cinesi sia le carte da gioco che la carta e la stampa, rende plausibile che sia in Cina che vadano ricercate le primissime origini dei tarocchi.
Il termine "Arcano" deriva dal latino “arcanum”, ovvero segreto, rimandando a qualcosa che è nascosto, occulto, a un mistero che sfida la razionalità. Per questo motivo le carte dei Tarocchi sono definite "Arcani": le loro misteriose figure nascondono infiniti significati simbolici.
Così come noi oggi lo conosciamo, il Mazzo dei Tarocchi è l'insieme di due diversi mazzi: gli Arcani Minori o carte dei semi e gli Arcani Maggiori o Trionfi.
Prima di stabilizzarsi nel numero di 78 (22 Arcani Maggiori e 56 Arcani Minori), esistevano mazzi con un numero variabile di carte.
Gli Arcani Minori o carte dei semi sono costituiti da quattro semi di 14 carte per un totale di 56; ogni seme è formato da dieci carte che vanno dall'Asso al 10 e da quattro carte figurate con Re, Regina, Cavaliere e Paggio.
I semi possono essere tanto i tradizionali semi italiani (coppe, spade, bastoni e denari), quanto i semi francesi (cuori, picche, fiori, quadri), oppure semi tedeschi (foglie, ghiande, campanelli e cuori).
Gli arcani minori ci consentono di esaminare gli aspetti quotidiani e anche più personali della vita. Essi rimandano a delle nostre necessità, desideri, emozioni e pensieri, mentre gli Arcani Maggiori descrivono un processo umano universale che congloba tutti gli aspetti spirituali dell’essere.
Tutti gli Arcani Maggiori hanno due etichette: un numero in alto e l’altra in basso con il nome dell’Arcano, a differenza del Matto, che ha un numero equivalente a 0(nelle carte popolari ha dato origine alla figura del jolly).
Una cosa interessantissima è che gli Arcani Minori si organizzano obbedendo a questa legge: “ Di quattro parti uguali, tre sono quasi uguali e una è diversa. E delle tre uguali, due sono più simili”.
Ovvero: ([1+2]+3) +4.
Esempi:
- Dei 4 semi, tre sono oggetti fabbricati (la Spada, la Coppa e il Denaro) e uno è un elemento naturale (il bastone), E dei tre due sono simili perché posati sopra una superficie (il Denaro e la Coppa) mentre la spada viene tesa in mano e sollevata.
- Le Spade, i Bastoni e le Coppe hanno i numeri. I Denari non ne hanno. In Spade e Bastoni i V hanno la punta rivolta verso l’interno, nelle Coppe il V ha la punta verso l’esterno.
- I paggi di spade, bastoni e denari hanno un copricapo. Il paggio di coppe ha il capo scoperto. Il paggio di spade e quello di denari hanno i cappelli simili, quello di bastoni è diverso.
- Le regine di bastoni, coppe e denari, oltre al simbolo del seme che li caratterizza, tengono nell’altra mano un oggetto. La regina di spade no.
- Tre re si trovano all’interno di un palazzo, il quarto no. Tre portano la corona, il quarto un cappello.
- Tre cavalieri sono azzurri, l’altro è bianco.
Ovviamente ci sarebbe tanto da dire sui Tarocchi ed è per tale motivo che ho deciso di suddividere le varie informazioni in diverse discussioni.
Termino dunque la prima parte, lasciandovi con la promessa che vi sarà una continuazione.
-Sefiral
FONTI: Tarocchi Libro: La Via dei Tarocchi - A. Jodorowsky - M. Costa.