Runa 2: Uruz
Runa 2: Uruz
Corrispondenze Significato antico – Toro selvaggio Altri nomi – Ur, Urus Valore fonetico – U Divinità – Loki Animale – Uro Polarità – Maschile Elemento – Terra Valore numerico – 2 Colore – Verde Scuro Albero – Betulla Erba – Muschio Cristallo – Rubino Ciclo solare – 14 luglio al 28 luglio Parole chiavi – Forza, audacia, coraggio, volontà, potenza, resistenza, mascolinità, entusiasmo, passione, iniziazione, sfida, pericolo.
Antico poema anglosassone
L’Uro bellicoso e cornuto
Belva feroce con le corna lotta
Indomito attraversa le brughiere
Creatura affascinante!
Poema norvegese
Le scorie derivano dal ferro cattivo
La renna attraversa le lande ghiacciate
Poema irlandese
La burrasca è il pianto delle nuvole
E rovina per il raccolto
E odiata dal pastore
Se con Fehu abbiamo potuto goderci l’aspetto più amorevole e materno della Dea, dell’abbondanza e della natura che elargisce i suoi frutti, Uruz ci obbliga a fare i conti con il suo lato oscuro, con la fatica, con il terreno arido e duro da scavare, con il sudore, con prove di resistenza e di coraggio. Non tutto è come vorremmo che fosse, non sempre ci son solo rose e fiori, a volte ci sono regole a cui sottostare, ostacoli da aggirare o da affrontare. L’Uro, un enorme toro dalle lunghe corna, resiste nella neve dell’inverno, tien testa alla tormenta, ai predatori e agli uomini che gli danno la caccia, si difende con la forza e il coraggio. Uruz è il nostro inconscio, il lato oscuro incontrollabile, l’istinto di sopravvivenza che genera la paura e la forza di reagire. Uruz è la capacità, o l’incapacità, di dominare la forza cieca dell’animale che dorme dentro di noi. Uruz rappresenta la Terra, materna e nutriente, solida, potente, raccoglie in se tutte le caratteristiche del grembo materno, ma può scuotersi, inaridirsi, aprirsi e liquefarsi trasformandosi in lava, frana, deserto o fango. Il toro, associato a questa runa, ha fin dall’antichità suscitato ammirazione e timore, per la sua calma apparente che può trasformarsi in furia cieca. Il toro è la lotta contro le pulsioni e i bassi istinti, la destrezza, il controllo, la calma con cui affrontiamo i nostri fantasmi. Ritroviamo il culto del toro in diverse culture, come in Egitto con la Dea lunare Hator, detta vacca celeste, e il toro sacro Api, adorato a Melfi. Nei misteri di Mithra l’uccisione del toro primordiale permette di ordinare il cosmo, nei miti greci Zeus si trasforma in toro per rapire le splendide Io ed Europa. Possiamo trovare questo animale nella cultura degli indiani d’America come in quella giapponese. Approfondiamo la leggenda del minotauro. Minosse, re di Creta, pregò Poseidone di inviargli un toro come simbolo dell'apprezzamento degli dei verso di lui in qualità di sovrano, promettendo di sacrificarlo in onore del dio. Poseidone acconsentì e gli mandò un bellissimo e possente toro bianco di gran valore. Vista la bellezza dell'animale, però, Minosse decise di tenerlo per le sue mandrie. Poseidone allora, per punirlo, fece innamorare perdutamente Pasifae, moglie di Minosse, del toro stesso. Nonostante quello fosse un animale e lei una donna, ella desiderava ardentemente accoppiarsi con esso e voleva a tutti i costi soddisfare il proprio desiderio carnale. Vi riuscì nascondendosi dentro una giovenca di legno costruita per lei dall'artista di corte Dedalo. Dall'unione mostruosa nacque il Minotauro: aveva il corpo umanoide e bipede, ma aveva zoccoli, pelliccia bovina, coda e testa di toro. Era selvaggio e feroce, perché la sua mente era completamente dominata dall'istinto animale. Minosse fece rinchiudere il Minotauro nel Labirinto di Cnosso costruito da Dedalo. La città di Atene, sottomessa allora a Creta, doveva inviare ogni anno, secondo altre fonti: ogni tre o ogni nove anni, sette fanciulli e sette fanciulle da offrire in pasto al Minotauro, che si cibava di carne umana. Tèseo, eroe figlio del re ateniese Ègeo, si offrì di far parte dei giovani per sconfiggere il Minotauro. Arianna, figlia di Minosse e Pasifae, si innamorò di lui e decise di aiutarlo nella sua impresa. All'entrata del labirinto Arianna diede a Tèseo il celebre "filo d'Arianna", un gomitolo, di filo rosso, realizzato da Dèdalo, che gli avrebbe permesso di non perdersi una volta entrato. Quando Teseo giunse dinanzi al minotauro, attese che si addormentasse e poi lo pugnalò. Secondo altri, lo affrontò e lo uccise con la spada. Il labirinto oscuro può rappresentare la mente umana, con le sue contorte circonvoluzioni, dentro al quale è intrappolato un mostro guidato solo dai suoi istinti animali. Solo il coraggio sostenuto dalla ragione può sconfiggere i mostri all’interno della psiche senza esserne sopraffatto. Un'altra leggenda può essere associata a questa runa, quella di Beowulf. Il Re danese Hrothgar costruisce a Heorot un'immensa dimora per la sua corte, il "Cervo". La splendida reggia attira l'attenzione di Grendel un mostro gigantesco e sanguinario il cui aspetto viene descritto sempre indirettamente e a tratti, probabilmente un troll della mitologia nordica. Dopo aver studiato la vita nella reggia dall'esterno per qualche tempo, Grendel prende a far visita al Cervo ogni notte, mietendo molte vite a ogni suo passaggio. In soccorso al disperato re danese arriva Beowulf, nipote del re dei Geati, i Goti che abitavano, probabilmente, la Svezia meridionale. Anche dell'aspetto di Beowulf non si sa molto; certamente si tratta di un uomo molto giovane, fisicamente "eccessivo" cioè dotato di una statura e di una forza sovraumane, che lo fanno spesso apparire simile a quei giganti che la mitologia nordica ritrae sempre come ostili e pericolosi. Beowulf decide di affrontare Grendel a mani nude, e in un terribile combattimento riesce a strappare un braccio all'Orco e causarne la morte. I festeggiamenti al Cervo sono appena iniziati quando, la notte successiva, il palazzo viene visitato da una creatura altrettanto sanguinaria, la madre di Grendel; rappresentata come una donna mostruosa e gigantesca, che abita in una dimora subacquea nascosta nei paludosi e nebbiosi acquitrini di una "marca" remota e inquietante. Beowulf offrirà ancora il suo sostegno al re e si recherà, in una sorta di simbolica discesa agli inferi, a incontrare l'orchessa, riuscendone ancora vittorioso. In questa lotta Beowulf, diversamente da quanto accaduto con Grendel, non rinuncia ad armi ed armature, anzi si affida alla cotta e alla sua spada. Alla fine riesce ad avere la meglio solo in virtù di una spada eccezionale e prodigiosa, trovata in una circostanza fortuita nell'antro del mostro durante la lotta, senza la quale sarebbe certamente perito nello scontro. Beowulf, tornato in patria, diventa re dei Geati e regna pacificamente per cinquant'anni. Il suo regno viene però aggredito da un nuovo mostro, questa volta un drago. Già anziano, Beowulf affronta il drago per proteggere il proprio regno; pur riuscendo a ucciderlo, morirà anch'egli nello scontro, come Thor è destinato a morire uccidendo il gigantesco serpente d'acqua. Anche in questo mito troviamo lo scontro tra le pulsioni e gli istinti del piacere e la ragione e il coraggio. Uruz, energia primordiale sottratta al controllo della ragione, è associata al dio Loki, uno degli dei più ambigui e bizzarri. E’ il dio dell’astuzia e dell’inganno, capace di elaborare piani malvagi e di salvarsi da situazioni pericolose, compagno di Odino e Thor in alcune avventure, in altre sovverte l'ordine cosmico generando creature mostrucose come Hel, per metà donna e per metà cadavere, guardiana del regno dei morti, Fenrir, lupo enorme e feroce, e Jormungandr, mostruoso serpente che cinge la terra. Con astuzia riesce a far uccidere il pià buono e amato degli Dei, Balder, e per punizione uno dei suoi figli viene trasformato in lupo, uccide il fratello e con le sue viscere Loki viene incatenato a tre pietre appuntite. Sopra di lui viene posto un serpente che cola veleno sul suo volto. La devota moglie Sigyn raccoglie il veleno con una ciotola ma quando è costretta ad allontanarsi per svuotarla, il dolore per il dio è talmente forte che dimenandosi e urlando scuote la terra causando i terremoti. Quando giungerà il Ragnarok, Loki si schiererà dalla parte dei Giganti e morirà uccidendo il dio della luce Heimdall. Loki rappresenta i lati imprevedibili, indomabili, a volte positivi, a volte distruttivi, così come le forze della psiche che agiscono ambiguamente, fuori dal nostro controllo.
Runa dritta: LA VOLONTA', LA FORZA PRIMORDIALE, LA SALUTELA TENACIA, L'ENERGIA CREATIVA, LA SESSUALITA'
Oracolo
La spada lucente nel pugno,procedi guidato dalle stelle e dal fatopuro è il tuo cuore e indomitolimpida la menteforte il tuo braccioora è tempo di conquistare il Mondo.
Uruz diritta rappresenta il valore, il coraggio, la buona salute, la forza maschile, la vitalità, la capacità di resistenza e sopportazione. La radice Ur- indica qualcosa di primordiale, per questo Uruz simboleggia le pulsioni primitive, l'istinto ma anche l'energia vitale indomabile. Ci mette in contatto con un'enorme riserva di energia che è a nostra disposizione, ma è difficile da controllare e richiede molta abilità. Questa runa ci indica che siamo in contatto con i nostri bisogni e siamo in grado di soddisfarli, che riconosciamo la nostra verità e la esprimiamo al mondo, sappiamo gestire le nostre forze senza comprimerle lo bloccarle. A differenza di Fehu, Uruz ci insegna a gestire le nostre risorse in modo costruttivo, occorre forza per sostenere un progetto e realizzarlo nonostante le avversità. Uruz è la capacità di superare le prove, ma ogni azione deve essere scelta con cura, non bisogna buttarsi a capofitto, come un turo infuriato. Se stiamo per lasciarci alle spalle qualcosa di vecchio, Uruz ci dice che è il momento giusto, che siamo pronti, abbiamo tutte le energie, le risorse e la determinazione che ci serve. Per quanto riguarda un lancio di rune sulla salute, Uruz diritta indica una salute fisica, su ogni aspetto, per quanto riguarda progetti, lavoro e iniziative, come abbiamo detto, indica la possibilità di raggiungere il traguardo se si procede con determinazione e attenzione. Per i sentimenti e l’amore, Uruz è un amante focoso e un po’ selvaggio, forse troppo irruento a volte, ma comunqe nobile. Parole chiave Valore, coraggio, audacia, ricerca, iniziazione, sfida, spirito indomito, buona salute, mascolinità, capacità di resistenza e sopportazione, indipendenza, forza, azione, vitalità.
Runa rovesciata: IL RISTAGNO, LA MANCANZA DI ENERGIA, LA DEBOLEZZA
Oracolo Non piegare la testa sotto il giogo Pesante è la pena dell’altrui volere Pronuncia solenne il giuramento Di fedeltà a te stesso Ora è tempo di conquistare L’amato bene della libertà.
Uruz capovolta simboleggia la violenza maschile, la durezza, l’insensibilità, l’abuso, la cattiva salute, la rabbia, la frustrazione e la dipendenza. Siamo soprafatti dall’ombra, abbiamo perso il controllo, dirigiamo malamente le nostre energie, non distinguiamo la fantasia dalla realtà. Siamo stanchi, spossati, anche mentalmente, non riusciamo più a gestire la nostra rabbia, le nostre emozioni, le paure. Oppure, al contrario, siamo in balia di ciò che ci accade, depressi, privi di motivazioni e stimoli. Uruz capovolta ci invita a liberarci di qualcosa che teniamo dentro e accumuliamo da troppo tempo, abbiamo bisogno di esprimerci e uscire dal labirinto. Bisogna fermarsi, calmarsi, riprendere fiato e analizzare quello che ci stà accadendo. Abbiamo dei bisogni da soddisfare? Cosa non esprimo pienamente? A casa, tra amici, sul lavoro, con il patner. C’è troppa pressione e troppo stress nella mia vita? Dobbiamo essere pazienti e perseverare, continuare a tener duro, procedere con cautela e sviluppare modestia e umiltà. In una divinazione sui sentimenti e l’amore, può rappresentare un’insoddisfazione, soprattutto sessuale, per la poca fantasia o per la troppa irruenza bestiale. Sul campo lavorativo, attenzione al ostro comportamento che può risultare eccessivamente spavaldo o eccessivamente sottomesso, anche per la salute vale lo stesso avvertimento, gli acciacchi e i stiramenti possono essere dietro l’angolo, anche se vi sentite in ottima forma! Parole chiave Violenza maschile, durezza, insensibilità, inazione, abuso, cattiva salute, rabbia, frustrazione, dipendenza Tracciare la Runa: L'incisione di Uruz va praticata partendo dalla verticale sinistra. Il segmento di unione, in diagonale, va praticato da sinistra a destra. Recitate la formula: "Ch'io possa combattere e vincere i pericoli e le forze avverse".
Canto della runa Uruz Uruz Uruz Uuuuuuuuuuuuu Uuuuuuuuurrrrrr Uuuuuuuuuuuuu Uuuuuuuuuuuuu Uuuur Uuuur Uuuur Uuurrr Uuurrr Uuurrr Uurruuzz Uurruuzz Uuuuruuuz Uuuuruuuz
Fonti: http://seguendolavia.blogspot.it | www.runemal.org (il grande libro delle rune) | ebook: Il Libro delle Rune. autore anonimo